CAMPANA Alberto - Q. Cornuficius. Aurei e denari in Africa Vetus (RRC 509/1-5)
Alberto Campana
Q. CORNUFICIUS. Aurei e denari in Africa Vetus (RRC 509/1-5)
Ed. 2017, f.to 17x24cm, pp. 80, ill.ni a colori.
Collana di studi e ricerche: III. Uomini e monete della Repubblica Romana.
Dopo i due volumi già pubblicati per la serie “Uomini e Monete della Repubblica Romana”, il primo dedicato alla figura e all’emissione monetaria di Tito Quinzio Flaminino nel 196 a.C. in Grecia (RRC 548/1) e il secondo al personaggio Cneo Domizio Calvino e al suo denario coniato nel 39 a.C. a Osca, in Spagna (RRC 532/1), questo terzo volume si sofferma sulla complessa figura di Quinto Cornuficio (o Cornificio), che fu governatore dell’Africa Vetus nel 43-42 a.C. e quindi durante i convulsi anni della Guerra Civile tra i cesariani e i cesaricidi. Vengono ricostruite in maniera dettagliata, raramente riscontrate nei vari moderni testi storici, le sue vicende personali e in particolare la sua adesione al partito senatoriale, che condizionerà fatalmente la sua sfortunata carriera politica e militare. Solo grazie all’attenta analisi della nota corrispondenza epistolare tra Cicerone e Cornuficio è possibile comprendere il loro rapporto di amicizia e di affinità politica e grazie all’integrazione con altre fonti storiche è stato possibile ricostruire il complesso contesto storico e un’attendibile sequenza cronologica che ha scandito le varie tappe della carriera di Cornuficio, fino alla sua morte in battaglia presso Utica nella tarda estate 42 a.C., forse quasi in contemporanea alla decisiva battaglia di Filippi in Grecia. Anche la sua monetazione, che fu prodotta con cinque emissioni (RRC 509/1-5), viene analizzata con notevole accuratezza, ponendo in evidenza sia il significato delle varie rappresentazioni ivi raffigurate sia l’identificazione e la definizione di una attendibile sequenza dei conii. La presenza di numerosi incroci di conio dimostra come la produzione monetaria fosse di breve durata, tra la primavera e l’estate del 42 a.C., dopo che Cornuficio era stato proclamato imperator grazie ai suoi primi successi sull’avversario Sestio, che era il governatore filo-antoniano dell’altra provincia africana, l’Africa Nova. L’analisi numismatica ha preso in considerazione anche il problema degli esemplari suberati, configurandoli come una conseguenza delle crescenti difficoltà economiche riscontrate da Cornuficio durante la sua campagna africana, piuttosto che come falsi d’epoca. Di particolare interesse è la dimostrazione dell’esistenza di alcuni falsi ottocenteschi, riconducibili in alcuni casi alla cerchia di falsari al servizio del noto commerciante udinese Luigi Cigoi (1811-1875) e in altri casi all’attività di un falsario romano, un certo Tardani, attivo nell’ ultimo quarto del XIX secolo. Per la prima volta sono fornite le relative immagini e per la maggior parte a colori. Nel complesso si tratta di un Corpus molto dettagliato e di grande interesse scientifico, gettando luci su una rara e complessa monetazione durante le drammatiche fasi del declino della Repubblica Romana dopo l’assassinio di Giulio Cesare.